domenica 31 luglio 2011

Partito dietro? Vincerai.

Fermati un attimo ad analizzare la gara dei 200 sl di Federica Pellegrini nei mondiali di nuoto di Shangai, del 27 luglio. Parte praticamente dietro tutte, o le altre partono prima di lei, a seconda di come la vogliamo vedere. Insomma, ad un quarto di gara, 50 metri, è penultima. Settima su otto, staccata quasi un secondo dalla prima.
Gara persa? per niente. A metà gara, 100 metri, è quinta, ma a quasi un secondo e mezzo dalla prima. A tre quarti di gara, 150 metri,  è terza, a meno di un secondo dalla prima. A fine gara, 200 metri, è prima.
Quali sono stati i fattori di successo? Allenamento a parte, vediamoli:

1) Progressione
2) Fiducia nelle proprie capacità
3) Impegno

Di solito quando faccio esempi sportivi mi sento dire: "certo, ma quella è Federica Pellegrini""quella è una professionista". Bene, allora imitala. Sii anche tu un professionista.

Il primo errore comune è guardare troppo la posizione, il picco di performance, e basarsi su quello e basta. Come se la nuotatrice pensasse: "sono settima, lascio perdere". Le persone comuni fanno questo errore tutti i giorni. Non bisogna guardare dove siamo rispetto agli altri, ma quale è la progressione rispetto a noi stessi.

Il secondo errore comune è non avere fiducia nelle proprie capacità. Nessuno saprà mai se le proprie capacità sono quelle giuste o meno. Ma tra crederci e non crederci, conviene crederci: è l'unica posizione che fa aumentare la probabilità di raggiungere il risultato. Quindi Federica Pellegrini non solo crede in se stessa perchè ha vito, ma ha vinto perché crede in se stessa.

Il terzo errore comune è abbandonare l'impegno a fronte della prima grossa difficoltà. Come se la nuotatrice, quinta a metà gara, avesse lasciato perdere. Quando si vede la progressione, bisogna raddoppiare l'impegno.

Quali sono i tuoi personali "200 metri"? Sei partito in ritardo? Niente paura, guarda la progressione, fidati di te e mettici tutto l'impegno. Alla fine vincerai.

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giovedì 28 luglio 2011

Prenditi in contropiede!

Scommetto che giochi per fare goal. Quindi di solito cerchi di fare al massimo delle tue capacità le cose che sai fare bene. Questo di solito ti permette di vincere.


Forse non sai che per continuare a vincere, e per vincere ancora di più in futuro, è necessario che tu prenda te stesso in contropiede.


Cosa significa? Vuol dire che fare al massimo quello che fai già alla lunga diventa dannoso. Un punto di forza si trasforma in un punto di debolezza. Un modo brillante di risolvere un problema è destinato a diventare obsoleto. Una soluzione che ti ha portato buoni risultati, ad un certo punto non funzionerà più. Una buona idea prima o poi perde la sua forza. Ed il peggio è che quando te ne accorgerai, sarà troppo tardi.


Come puoi evitare tutto questo allora? Prendendoti in contropiede. Il contropiede nel calcio è un'azione offensiva impostata in maniera repentina, dopo aver interrotto un'azione offensiva avversaria, senza dare all'avversario il tempo di riorganizzare il proprio schieramento difensivo. Nel parlato quotidiano indica situazioni in cui si è presi alla sprovvista.


Ciò che devi fare dunque è proprio prenderti alla sprovvista. Ti accorgi di lavorare da solo? Cerca l'aiuto di qualcuno, anche se non ne senti il bisogno. Passi molto tempo al computer? Prendi carta e matita. Sei abituato a scrivere mail? Fai una telefonata. Il tuo punto di forza è la collaborazione? Prova a dire di no, una volta. Pensi che qualcuno sia antipatico? Trova qualcosa che ti piace di lui, come se fosse simpatico.


Prendersi in contropiede non ha l'obiettivo di cambiare idea, ma quello di mettere in discussione le idee che già esistono. Poi, quello che succede, succede.


Prenditi in contropiede, stupirai te stesso e ti accorgerai che è il modo migliore per stupire anche gli altri.


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giovedì 21 luglio 2011

La magia della perfezione

Una domenica del 1972 scatta un'evento eccezionale nella storia della televisione Italiana: per la prima ed unica volta cantano insieme Mina e Battisti. Il duetto dura più o meno 8 minuti e rimane nella storia della musica e nella cultura, tanto che Enrico Cesarini gli ha pure dedicato un bel libro (Insieme Mina Battisti - 1972: Il duetto a Teatro 10 e la fine del sogno italiano, Coniglio editore, 14,50 euro).


Un momento magico, dunque. Ma tutto era nato in salita, prima di andare in onda ci sono stati un sacco di problemi. La band di Battisti era scesa da Milano a Roma in treno, in vagone letto, perché volo ed albergo costavano troppo (!). Arrivarono cotti, e le prove furono un disastro. 

Ma poi la magia di quell'evento straordinario. Come è potuto succedere? Semplice, grazie al parametro della perfezione. E cioè: il fatto che nessuno si è risparmiato (guarda Mina mentre canta "Il tempo di morire") e che tutti si sono emozionati. Generosità + emozione = magia.  E' la formula della perfezione del momento. Accade quando si verifica una congiutura: tutti i soggetti in gioco vincono. I due cantanti erano emozionati, la band era emozionata, il pubblico era emozionato.

Ricordalo, se vuoi fare diventare un momento normale in un momento perfetto, fai scattare la magia. Dai tutto te stesso, ed assicurati che tutti possano vincere.

Ed ora un consiglio: goditi questi otto minuti.



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giovedì 14 luglio 2011

Vuoi diventare un maestro?

Forse sei soddisfatto di ciò che fai. Forse sei competente, stimato. Ma non ti senti ancora un maestro. Ciò significa che devi fare un salto di qualità. Puoi farlo.

Per diventare un maestro, devi guardare come lavorano i maestri. Comunemente si pensa che i maestri siano tali perché insegnano. Sbagliato. I maestri sono maestri perchè rompono gli schemi e sperimentano.

La prima volta che l'ho capito, ero in una struttura universitaria specializzata in ortodonzia. I Medici e gli specializzandi si erano fermati di fronte ad un problema. Un bite non risultava più idoneo al paziente e non c'era il tempo di produrne uno nuovo. Chiamarono allora il maestro che arrivò, studiò la situazione, prese in mano il bite e con una fresa lo tagliò in due. Poi modellò le due parti come aveva in mente e le mise nella bocca del paziente sotto lo stupore di tutti. Aveva avuto il coraggio di fare ciò che nessuno aveva pensato o osato.

Una situazione analoga l'ho trovata qualche sera fa ad un concerto di violoncello. Maestro e allieva hanno cominciato a suonare insieme. Ma a poco a poco il maestro ha cominciato a rompere gli schemi, usando lo strumento in maniera assolutamente atipica: battendovi le mani sulla cassa, sfregandolo, facendogli emettere suoni fuori dal comune. Poi ha cominciato a rompere gli schemi dello spazio, alzandosi e girando prima tra il pubblico e poi dietro le quinte, sempre suonando. Ma la rottura totale è avvenuta quando si è alzato abbandonando il suo strumento e si è messo a lavorare in contemporanea su quello dell'allieva che, pur essendo una violoncellista tra le più quotate, ha continuato a suonare per tutta la serata nel modo regolare.

Vuoi fare un salto di qualità, vuoi imparare a diventare un maestro? Comincia a rompere gli schemi.

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lunedì 4 luglio 2011

Stai con i più bravi!

Questa foto l'ho fatta con il Blackberry ieri sera, all'Arena di Milano, durante il concerto del mitico Ringo Starr. Bellissimo spettacolo e straordinaria atmosfera di festa. Ringo è un artista eccellente e simpatico. Il suo successo però non è dovuto alla bravura con cui suona la batteria. Piuttosto, lui deve tutto alla sua abitudine a circondarsi di persone veramente in gamba.


Fin dalle sue prime esperienze, Ringo suonava con il miglior gruppo di Liverpool, Rory Storm and the Hurricanes. Erano i più energici, i più spettacolari, più quotati dei Beatles degli esordi. Qui imparò ad essere professionale e stare sulla scena. Per questo fu scelto da Lennon e McCartney. John e Paul poi sono stati i migliori compositori di tutti i tempi, e stando con loro imparò a scrivere delle belle canzoni. Come "photograph" per esempio: splendida nella musica e nel testo.


Nel suo tour 2011, infine, si circonda di artisti bravissimi: Rick Derringer alla chitarra, Richard Page alla voce e basso, Wally Palmar alla chitarra, Edgar Winter come multistrumentista, Gary Wright al piano e Gregg Bissonette alla batteria. Tutti hanno suonato in gruppi famosi e nel concerto ognuno di loro canta, come protagonista, una sua hit. 


Insomma, anche adesso che Ringo potrebbe permettersi di essere l'unica star e farsi accompagnare da musicisti normali, lui cerca la compagnia dei più bravi. E sembra pagare volentieri il prezzo di condividere con loro il successo della serata.


E tu cosa preferisci fare? Ti circondi di persone mediocri, rispetto alle quali puoi emergere, o cerchi i migliori nel tuo campo, con i quali da un lato devi condividere il successo, ma dall'altro hai però la certezza di diventare sempre più bravo?


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domenica 3 luglio 2011

Quando il bollitore scotta

L'altra sera, mentre mi stavo facendo una camomilla con il bollitore mio sono messo al computer, con il risultato che mi sono dimenticato il bollitore sul fuoco. Quando me ne sono accorto era ovviamente incandescente, e addio camomilla. L'acqua era completamente evaporata ed il bollitore scottava da matti. Non lo si poteva prendere in mano, per cui l'ho dovuto lasciare lì finché non si è raffreddato.

Qualcuno potrebbe pensare: "Beh, ma c'è la maniglia". Niente da fare: il bollitore scottava così tanto che anche la maniglia era intoccabile. Insomma, anche se il bollitore è progettato esattamente per stare sul fuoco, non poteva fare il suo lavoro. Perché? Perché la quantità di calore che aveva preso era eccessiva.

Pensiamoci, quando la cosa non riguarda il bollitore ma noi stessi. Una frase una notizia, un comportamento, una mail ci fa salire la temperatura? Siamo come il bollitore. Cominciamo a scottare. E quindi è meglio non fare assolutamente. lasciare raffreddare il tutto e pensare di parlare, rispondere, scrivere mail, reagire quando ci siamo raffreddati. Qualsiasi azione faremo in quel momento farà esattamente quello che fa un bollitore incandescente: scottare.

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